• Dipinto del Cavalier d'Arpino
  • Chiesa di San Biagio
  • Foto storica della Chiesa
  • Sgarbi durante la visita al cavalier D'Arpino
  • Sgarbi durante la visita alla Chiesa di San Biagio
  • Sgarbi durante la visita a Fiuggi
  • Ciociaria Oggi 23/07/2013

LA CHIESA DI SAN BIAGIO
Tratto dal libro di Biagino e Carlo D’Amico : La Confraternita del SS. Sacramento e dell’Immacolata Concezione.

La Chiesa dedicata al Santo Patrono di Fiuggi S. Biagio, nella sua struttura architettonica esterna, conserva l'aspetto di una chiesa di campagna, così come era stata concepita, allorquando, dopo cataclismi tellurici, aveva perso quello dello stile gotico-rurale, delle coeve costruzioni risalenti agli anni 1000 e 1100 (la sua costruzione sembra essere stata realizzata nell'anno 1083). Era in sostanza una chiesa fuori le mura dedicata in origine agli apostoli SS. Pietro e Paolo, realizzata dal Benedettini che la usavano come sosta intermedia nel corso dei loro viaggi da Subiaco a Montecassino.
Negli anni successivi, specialmente dopo il pontificato di Bonifacio VIII (1294/1303), avendo realizzato a cura dei Colonna, feudatari dell'epoca, una chiesa più grandiosa, nell'ambito del loro castello, all'interno del Borgo di Anticoli, dedicata ai Santi Pietro e Paolo ancora oggi funzionante come cattedrale, la chiesa extra moenia fu dedicata a S. Biagio, protettore, che, nella notte tra il 2 ed il 3 febbraio del 1298, aveva salvato Fiuggi, allora Antícoli, dall'assalto incendiario dei Cajetani di Bonifacio VIII avversari dei Principi Colonna alleati di Filippo il Bello di Francia (vedasi la storia delle Stuzze).
Dai primi anni del 1300 la Chiesa quindi fu consacrata alla devozione diS. Biagio che proteggerà gli anticolani fin da fuori le mura. Con il trascorrere del tempo la Chiesa, come già accennato, subisce continui danni a causa di terremoti, scorribande di assalitoti e dalle intemperie, fino a quando nel 1681, finalmente, con la fondazione delle Confraternita del SS. Sacramento e della Concezione di Maria Santissima, la chiesa viene presa in cura dalle due confraterniche che si unificarono, ove ancora oggi ha la sua sede operativa e legale.
Dalla suddetta data la Chiesa quindi venne costantemente curata con assidue manutenzioni e abbellimenti. Oggi, la stessa, è una delle più frequentate dai fedeli, sia per il suo aspetto accogliente, semplice ed austero, ma soprattutto per l'organizzazione espletata dalla Consulta della Confraternita. Quando vi si entra dentro si respira infatti un'atmosfera di antica religiosità ed ove lo spirito propende spontaneamente alla preghiera ed alla riflessione. E' l'unica chiesa a Fiuggi ove si recitano, cantando, gli antichi Salmi Biblici e i salterici uffici, spesso nella lingua originale latina che infondono nell'animo quel misticismo di sentore gregoriano che placa le angosce quotidiane della convulsa vita moderna, facendoci ritornare indietro nella vita contemplativa medioevale. Nella Chiesa, come in tutte le altre, venivano seppelliti, all'interno ed all'esterno, i morti i cui resti, in gran parte, furono riesumati quando agli inizi del secolo XIX fu emanato il decreto napoleonico contenente il divieto di seppellire i morti nelle chiese istituendo cimiteri fuori dai centri abitati.
Nell'anno 1983, in occasione di lavori di consolidamento e di ammodernamento, finanziati dalla locale Cassa Rurale ed Artigiana, gli operai dell'impresa Paolo Martini, nel rimuovere una lastra di marmo dell'altare maggiore, si trovarono di fronte all'apertura di una grotta sul cui ingresso c'era scritto (Pestilen 7657). Si scoprì che nel fondo vi era un recipiente chiuso e sigillato. Fu aperto davanti al Presidente della Cassa Rurale ed Artigiana di Fiuggi, dottor Giuseppe Rengo, al direttore dei lavori, Ing. Francesco Cellie (che effettuò il suo lavoro gratuitamente). al costruttore geom. Paolo Martini (che a suo totale carico creò un ossario al centro del Tempio, ove vennero collocate con somma cura le ossa dei nostri avi che di volta in volta venivano sotterrate. Una crocetta, al centro della Chiesa, indica il punto esatto ove è la fossa comune)Erano altresì presenti il Priore Vincenzo Severa, il capo dell’ufficio tecnico comunale geom. Brunello Magini, il direttore della Cassa Rurale di Fiuggi  Luigi Celani :Conteneva manoscritti perfettamente  conservati ed arrotolati con cura : Furono fotocopiati ed il plico di nuovo arrotolato e sigillato venne rimesso al suo posto.

Il ritrovamento dei documenti avvenne quindi quando la Cassa Rurale ed Artigiana eli Fiuggi ristrutturò, a sue spese e completamente, la Chiesa del Santo Patrono eli Fiuggi che era stata chiusa e sconsacrata dal Vescovo diocesano Mons- Umberto Florenzani. Le spese per il rifacimento della chiesa, in gran parte senza fondazioni, erano enormi. I Consultori avevano bussato a tutte le porte ma il risultato non aveva dato i frutti sperati. Si rivolsero infine alla nostra Cassa Rurale. Una lettera firmata da oltre mille confratelli venne consegnata al Presidente della Cassa Rurale di Fiuggi, dott. Giuseppe Rengo, che prontamente riunì il consiglio di amministrazione ed il collegio sindacale. All'unanimità la richiesta venne accettata ed iniziarono subito i lavori. Pare impossibile (tra le tante incompiute) che un'opera così complessa, vasta e pericolosa, possa essere stata effettuata in tempi così brevi. Si scavò sotto le mura "sorrette" da scheletri, all'interno ed all'esterno, colate e colate di cemento crearono le fondazioni specie nel lato destro; si resero necessari anche degli speroni in cemento armato. Venivano consolidate le mura, la volta, le arcate. Venne, ove possibile, messa a nudo la pietra originale e la Chiesa assunse così il suo aspetto iniziale, semplice e suggestivo.
Ma non bisogna dimenticare che, nel 1968, pur con poche risorse, i consultori dell'epoca ristrutturarono la "galleggiante" Chiesa di S. Biagio perchè anche allora il Vescovo, quella volta verbalmente, ne minacciò la chiusura. Il comitato capeggiato da Giovanni D'Amico e composto dai confratelli: Andrea Terrinoni, (padre del Vescovo Mons. Vittorio Biagio), Marco Ballini, Lelio Ambrosi, Mario Pera, Pietro D'Amico, Giacomo Barbone, Francesco Ciancarelli (Tribbusino), Biagio Onorati (Bimbo), Antonio Macciocchi e Biagio Lombardi riuscirono nell'impresa, lavorando essi stessi. Basti dire che, rispetto al preventivo richiesto, risparmiarono il sessanta per cento.
Nel 1984 la Chiesa, restaurata e rimessa a nuovo splendore, continua ad essere costantemente abbellita e decorosamente curata, tanto è vero, come già accennato, resta il Tempio più frequentato, sia per gli addobbi, l’illuminazione, le vetrate ma soprattutto per le suggestive funzioni liturgiche che vi vengono svolte. La Chiesa, nella sua struttura si ispira alle antiche conformazioni delle prime realizzazioni cristiane ove il simbolismo della Croce è intuibile e presente nella disposizione degli altari. Nelle pareti si può ammirare un affresco di scuola grottesca che si è potuto salvare miracolosamente dagli antichi resti delle primitive costruzioni. Ci sono ancora busti lignei che testimoniano la storia della chiesa, ma certamente, l’opera più prestigiosa che fa mostra di sè, per l’ammirazione dei visitatori, è la tela che ritrae la Vergine col Bambino tra S. Francesco e S. Agostino, realizzata negli anni 1630/1632 da Giuseppe Cesari noto con il pseudonimo del “ Cavalier d'Arpino".
Il dipinto proviene dalla Chiesa di S. Lorenzo in Roma ed affidato dalla Sovraintendenza alla Belle Arti alla custodia della Confraternita del SS. Sacramento e dell'Immacolata Concezione di Fiuggi. Un'altra opera ritrae S. Lorenzo che battezza S. Ippolito; è una tela dipinta da Gambattista Speranza, allievo dell'Albani, nato a Roma nel 1600 e morto nel 1640. All'esterno, sempre a cura della locale Cassa Rurale ed Artigiana, ora Banca di Credito Cooperativo, è stato collocato un gruppo bronzeo che raffigura il miracolo di S. Biagio (ovvero la guarigione di una bambina che stava soffocando a causa di bina lisca di pesce conficcatale nella gola) opera questa dello scultore anagnino Tommaso Gismondí ormai noto in campo mondiale.
Nell'archivio diocesano di Anagni, precisamente nel fascicolo 20.4 -Atti e luoghi b.62. è conservata una lettera del 4/1/1924 del Canonico Don Biagio Martiri, Vicario Generale della Diocesi dì Anagni, nella quale c'è una notizia che interessa la storia della Chiesa di S. Biagio. Il Canonico Martini, anche Presidente della prima Cassa Rurale ed Artigiana "S. Biagio" di Fiuggi infatti, afferma che la Chiesa di S. Biagio "extra moenia", la più antica del paese e dove l'intera popolazione maschile, ogni domenica, si reca a compiere i propri doveri religiosi, fu ricostruita con il finanziamento dell'allora Cassa Rurale S. Biagio, che si accollò “la notevole" spesa di lire dodicimila. Con tale lettera si ricorda quindi che già allora esisteva in Fiuggi una precedente Cassa Rurale che cessò di funzionare alla Fine degli anni venti, forse perchè un'istituzione associativa come la Cassa Rurale con scopi finanziari, ma anche umanitari, poteva contrastare con le finalità del fascismo e pertanto le Casse furono falcidiate in tutta Italia e da 3.540 ne restarono 500.
La notazione storica comunque conferma una analogia ricorrente per le vicende della Chiesa verso la quale. nei momenti di difficoltà, quasi sempre viene in aiuto una entità bancaria locale, segno evidente di un legame inconscio di solidarietà tra due associazioni volontaristiche rafforzato dall'intervento della divina provvidenza sempre presente negli stati di necessità.